[...] is where I first/ fell in love/ with unreality.

Lawrence Ferlinghetti (A Coney Island of the Mind).

 

 

Un film, soprattutto un film come Casablanca, è più di un solo film, e sempre qualcosa di più di un film. C'è il Casablanca di Curtiz, ovviamente, di Bogart, di Ingrid Bergman – e già con queste tre espressioni evochiamo tre film un po' diversi. C'è il Casablanca degli studi sul genere e quello degli studi sul gender, quello che uno riscopre alla fine di lunghe pagine sulla teoria psicanalitica dello sguardo, il Casablanca che uno scopre o ha scoperto magari incontrando il cinema per la prima volta, e quello che uno, di volta in volta in diversi momenti della vita, rivede o ricorda. Perché se un film è prima di tutto una prospettiva, ogni prospettiva attraverso cui un film è “visto”, ogni diverso contesto e momento in cui è proiettato o rievocato, crea un nuovo film che si somma e si sovrappone a tutti i precedenti.

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Avevo dimenticato che Casablanca si svolge a Parigi. Avevo dimenticato che c’è, dentro al film, un altro film: è il flashback di Rick, che si svolge là dove ha avuto luogo l’antefatto della vicenda, l’incontro con Ilse. Cosa trasmette, oggi, il cult movie per eccellenza – Umberto Eco dixit ? Una possibile risposta sta appunto nel ripercorrere il film sulla falsariga della sequenza parigina.

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Niente costringe qualcuno a godere, tranne il super-io. Il super-io è l'imperativo del godimento – Godi!

Jacques Lacan

 

 

"Rivolgiamoci a un esempio dello spazio che separa l'Ideale dell'Io dal Super-io, quello che ci viene offerto da una breve scena assai nota a circa tre quarti del film di Michael Curtiz Casablanca, uno dei più grandi classici del cinema hollywoodiano1. In questa scena, Ilse Lund (Ingrid Bergman) si reca nella stanza di Rick Blaine (Humphrey Bobart) per cercare di ottenere le lettere di transito che permetteranno a lei e a suo marito, il capo della Resistenza Victor Laszlo, di fuggire da Casablanca in Portogallo e poi in America. Quando Rick si rifiuta di consegnarglele, lei tira fuori una pistola e lo minaccia. Lui le dice: «Avanti, sparate, mi farete un gran piacere!» Al che lei scoppia a piangere e fra le lacrime gli racconta la storia del perché a Parigi lo aveva lasciato. Nel momento in cui gli dice: «Se tu sapessi quanto ti amavo, quanto ti amo ancora!», si stanno abbracciando in primo piano. La scena si dissolve in una ripresa di tre secondi e mezzo della torre aeroportuale di notte, con il suo fascio di luce che ruota; dunque si dissolve nuovamente, questa volta in una ripresa esterna della finestra della stanza di Rick, alla quale egli si affaccia fumando una sigaretta. Rick si volta verso la stanza e chiede a Ilse: «E allora?» Lei riassume la sua storia...

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